Uno studio del Cnr quantifica i vantaggi per le metropoli italiane
L’associazione Motus-e pungola il governo sulla carenza di punti di ricarica pubblici
Leonardo Maugeri (1964-2017), considerato il guru dell’energia non soltanto in Italia, prevedeva che la vera rivoluzione energetica si sarebbe compiuta entro il 2025, quando sul mercato mondiale sarebbero arrivate utilitarie completamente elettriche prodotte in Cina e India. La mobilità sostenibile, secondo il professore ed ex dirigente di ENI, sarà il traino più efficace per la transizione energetica e l’abbandono delle fonti fossili e inquinanti. Il Covid-19 probabilmente farà slittare di qualche anno la previsione perché il ricercatore fiorentino aveva indicato il 2020 come anno zero per la diffusione delle auto elettriche a livello mondiale.
Nonostante la pandemia, comunque, i numeri della mobilità privata sostenibile iniziano a essere interessanti e tutte le maggiori aziende produttrici sono impegnate a trasformare velocemente e radicalmente le proprie offerte. Le novità più interessanti arrivano dalla Germania. L’amministratore delegato del gruppo Volkswagen ha recentemente dichiarato che nel 2030 sette auto su dieci prodotte da Volkswagen, Audi, Porche, Skoda e Seat, saranno elettriche. Il gruppo ha annunciato anche la costruzione di sei fabbriche in Europa destinate alla fabbricazione di batterie per una capacità complessiva di 240 GWh. Una scelta strategica per abbattere notevolmente i costi delle batterie dal 30 al 50%.
La risposta di BMW e Mercedes non si è fatta attendere. La casa Bavarese nei prossimi due anni avrà tredici modelli completamente elettrici e dal 2030 la Mini sarà prodotta esclusivamente con trazione elettrica.
Il marchio di Stoccarda, che produce già la Smart esclusivamente in versione elettrica, ha annunciato un rivoluzionario motore elettrico per il 2024 e da tempo è impegnata nella produzione e sviluppo di nuove batterie.
Per ora in Italia continuano a essere vendute principalmente auto del segmenti A e B (utilitarie) anche tra le elettriche pure, che a febbraio 2021 registrano una crescita del 36% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Le più vendute sono state Fiat 500E e SMART FORTWO, rispettivamente con 1.002 e 964 consegne, seguite da Renault con la ZOE (542) e la Twingo (515). Quinta posizione per Peugeot con 377 unità della 208 E
Il divario tra Nord e Sud del Paese è ancora elevato e dettato dalla carenza di punti di ricarica pubblici. Come sottolineato dall’ultima analisi di Motus-E (la prima associazione in Italia costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione per fare sistema e accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica) “Questi dati ci devono far riflettere su quanto sia vitale provvedere alla crescita delle infrastrutture di ricarica del nostro Paese. Ormai le auto a batteria garantiscono chilometraggi ben maggiori di quelli di qualche anno fa, il problema si sposta dunque sulla diffusione delle infrastrutture (in particolare pubbliche) ben mixate in quantità e potenza. Non si può accettare di vedere una sostanziale mancanza di colonnine sulle nostre autostrade. È ora di passare dagli annunci alle realizzazioni e il Governo, come già avvenuto in altri Paesi, deve provvedere speditamente, anche derogando dalle norme sugli aiuti di stato per lanciare il business, come successo in Germania. Infine, va alleggerita la burocrazia, oggi il tempo medio di installazione nei comuni prevede un iter che supera i trecento giorni per ogni singola colonnina”.
Il 25 marzo, intanto, è stato reso pubblico il report, in collaborazione con il Cnr, sugli scenari futuri e qualità dell’aria nelle città italiane. Sono state prese in esame Milano, Torino, Bologna, Roma e Palermo. Lo studio ha analizzato i potenziali benefici in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e dei costi economici, imputabili a morti premature associate ad inquinanti legati al traffico in area urbana.
Con una penetrazione dei veicoli elettrici in contesti urbani del 20% -veicoli privati- e del 15% veicoli commerciali leggeri- si otterrebbe una riduzione delle concentrazioni degli inquinanti locali, in particolare di NO2 (biossido d’azoto) che va dal 74% (caso Palermo) fino a un massimo dell’89% (caso Roma). Per il PM10 la percentuale di riduzione varia tra 34% e 46%. NO2 e PM10 sono associati in modo inequivocabile a effetti sanitari quali l’aumento di sintomi cardio-respiratori, l’incremento di patologie croniche cardiorespiratorie, l’aumento della mortalità e la riduzione della speranza di vita.