Interessante discussione su gruppo Linkedin “Efficienza Energetica e Fonti Energetiche Rinnovabili”, che conta quasi 50 mila membri, circa il futuro del fotovoltaico in Europa. Riporto il parere di Paolo Bianco, uno dei membri più attivi ed Energy Manager presso un’azienda USL della Romagna: “La competitività dell’utility scale (impianti da 20 MW in su) la fa la latitudine: in Cile con 2000 ore equivalenti l’anno si è in market parity, in Italia con 1200 ore/anno non si può certo pretendere lo stesso risultato. Peraltro oggi un impianto utility scale in italia costa su terra circa 900 k€/MWp, che rispetto a un PUN di 50 e una produzione a 1,2 fa 15 anni oneri finanziari esclusi. Se gli togli metà del BOS (un valore già relativamente ottimistico, direi), fa il 17% di sconto e PBT semplice a 12,5 anni, non certo esaltante. E ancora non abbiamo messo mano alla necessità degli accumuli, che con 40 GW di prospettiva sono senz’altro necessari, e giù costi ulteriori.
Per contro un impianto su tetto (non da 3 kWp, ovviamente, diciamo da 100 kWp), installato sopra un’utenza che l’energia la assorbe e non ha bisogno di accumulo, costa il 40% in più, ma poi rende 3 volte, grazie agli ods e fa bene anche a tutti gli altri (perché va giù il consumo e quindi escono dalla borsa gli impianti più costosi… per cui più FV si fa in casa propria e più cala il PUN per tutti). Perciò fino a che non calano drasticamente gli ods (altri 12 anni circa), l’utility scale non credo dovrebbe essere in cima ai nostri pensieri. Tanto è vero che finora in Italia l’han fatto/annunciato in due, a Montalto di Castro (che ancora non si è capito cosa succede dopo i primi due anni di PPA), e nelle fasce di rispetto delle raffinerie Eni (per entrambi i casi ho il fondato sospetto venga considerato tra i costi di bonifica, il che rende evidentemente l’investimento sostenibile perché tanto quei soldi ti eri impegnato comunque a spenderli, un po’ come autostrade che ha fatto FV su pensilina in tutti gli autogrill, ed è riuscita a farli passare come investimenti sulla rete stradale, come se fossero stati nuovi viadotti e corsie…)”
Concordo con Paolo Bianco, più FV si fa in casa propria e più cala il PUN per tutti. Il nocciolo della questione è l’autoconsumo. I mega impianti dovrebbero diventare marginali e restano ancorati a una visione del sistema energetico antiquata. Oleodotti e gasdotti servivano perché non tutti hanno sotto il sedere petrolio e gas. Il Sole è più democratico: manda i suoi raggi a qualsiasi latitudine (pur in quantità, tempi e modi differenti). Soltanto una precisazione, le ore equivalenti in Sicilia sono oltre le 1500 l’anno, per cui le 1200 ore di cui parla Paolo possono essere considerate una media, visto che al Nord scendono a 900 (comunque superiori a quelle della Germania).