Ecco la nuova Strategia Energetica Nazionale

12 giugno 2017 – Il Mise, ministero dello sviluppo economico, ha pubblicato il testo della nuova SEN (Strategia Energetica Nazionale). La bozza sarà in consultazione per un mese e potranno essere inviate segnalazioni e proposte prima della stesura finale.
Il documento integrale potete scaricarlo direttamente da questo link.

Qui, invece, si possono lasciare i propri commenti.

Questo il testo introduttivo a firma dei ministri Calenda e Galletti:
Aumentare la competitività del Paese allineando i prezzi energetici a quelli europei, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento e della fornitura, decarbonizzare il sistema energetico in linea con gli obiettivi di lungo termine dell’Accordo di Parigi , che vanno confermati come irreversibili: sono questi i temi chiave che hanno guidato l’elaborazione di questa proposta di nuova strategia energetica nazionale. Si tratta di un percorso che parte da lontano: già nel 1990, l’Unione Europea, nel documento “Una politica energetica per l’Unione Europea” indicava questi tre obiettivi e lungo queste direttrici ha continuato a sviluppare nel tempo la propria azione, fino al Clean Energy Package, presentato a novembre 2016 dalla Commissione Europea.

L’Italia, relativamente povera di materie prime energetiche convenzionali, ha storicamente manifestato una grande attenzione alle fonti rinnovabili, all’efficienza e al risparmio energetico come strumenti per ridurre la dipendenza e mitigare gli effetti ambientali e climatici del ciclo energetico. Pur a seguito di un percorso talvolta accidentato, nel complesso abbiamo oggi costruito un sistema energetico basato principalmente su gas e rinnovabili, con il petrolio ancora indispensabile essenzialmente per i trasporti: un assetto verso il quale solo adesso sembrano iniziare a tendere anche altri Paesi europei impegnati nella riduzione del ruolo del carbone e del nucleare, che favorirà la convergenza dei prezzi.

Oggi, tuttavia, siamo a un’ulteriore svolta: i progressi tecnologici compiuti sulle fonti rinnovabili, sui mezzi di trasporto, sui sistemi di accumulo, sull’efficienza energetica, sulle tecnologia della comunicazione offrono una rinnovata possibilità di risolvere il conflitto tra prezzi concorrenziali dell’energia e sostegno alla decarbonizzazione.

Per tale ragione questa strategia intende accettare pienamente questa sfida, confermando un ruolo di leadership dell’Italia e dando al Paese obiettivi al 2030 che in alcuni casi sono ancor più sfidanti di quelli europei.

Tali obiettivi si pongono in continuità con quelli fissati a livello globale nel dicembre del 2015 dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e declinati nel nostro Paese dalla Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile in corso di approvazione. La strategia energetica rappresenta, infatti, un tassello importante per l’attuazione della più ampia Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile, contribuendo in particolare all’obiettivo della de-carbonizzazione dell’economia e della lotta ai cambiamenti climatici.

Siamo convinti che si tratta di un traguardo importante per definire una base più solida su cui costruire il percorso verso la totale decarbonizzazione del sistema energetico.

Sebbene, dunque, le analisi di scenario eseguite a supporto di questa proposta di strategia evidenziano che l’Italia rispetterebbe gli impegni europei al 2030 con una quota di rinnovabili del 24%, riteniamo che si possa e si debba andare oltre e abbiamo indicato per le rinnovabili un obiettivo minimo del 27%, che si tradurrà, per il settore elettrico, nella copertura di almeno la metà del consumo con fonti rinnovabili.

E, sempre nel settore elettrico, riteniamo anche possibile rafforzare l’impegno nazionale per la decarbonizzazione, definendo e avviando rapidamente gli interventi che consentiranno di azzerare l’utilizzo del carbone nel settore elettrico al massimo entro il 2030.

E’ bene dire chiaramente che se la sfida di avere tecnologie verdi con costi di generazione ormai prossimi a quelli delle fonti tradizionali è stata sostanzialmente vinta, gli obiettivi che stiamo proponendo mettono il settore elettrico alla prova di un vero e proprio cambio di paradigma: garantire sicurezza e flessibilità a un sistema nel quale la quota di rinnovabili potrà diventare preponderante, e che, al contempo, vedrà da un lato crescere le configurazioni di generazione distribuita ed elaborare nuovi assetti, come le comunità locali dell’energia, e dall’altro aumentare l’interconnessione coi sistemi europei e sovranazionali.

In questo quadro, il gas dovrà svolgere un ruolo essenziale per la transizione, nella generazione elettrica, nella fornitura di servizi al mercato elettrico e negli altri usi, tra cui il GNL nei trasporti pesanti e marittimi. Perdurando un contesto geopolitico complesso, per salvaguardare la sicurezza degli approvvigionamenti saranno quindi messi in campo interventi per diversificare le rotte di provenienza, ed eliminare il gap di costo con gli altri Paesi europei.

Dovrà proseguire il percorso di razionalizzazione del settore downstream petrolifero, andando verso le bioraffinerie e l’uso di biocarburanti sostenibili al posto di quelli derivanti dal petrolio, in particolare sviluppando le filiere nazionali del biometano e l’economia circolare.

Per perseguire il triplice obiettivo competività-decarbonizzazione-sicurezza intendiamo utilizzare ogni leva possibile. Essenziale sarà il ruolo dell’efficienza energetica, in grado di cogliere contemporaneamente i tre obiettivi e di contenere la spesa energetica di famiglie e imprese, così come andranno rivisti gli strumenti di funzionamento dei mercati energetici per aumentarne la competitività e renderli idonei a rispondere alle esigenze delle diverse categorie di consumatori, dalle famiglie in disagio sociale alle imprese energivore chiamate a competere sui mercati internazionali.

Trasversali a questi temi, si pongono quelli del rafforzamento dell’innovazione e di miglioramento della governance del settore: sul primo si tratta di focalizzare l’attenzione sui temi prioritari per la transizione energetica e di rendere più efficace la spesa; il secondo richiede una più incisiva presenza ai tavoli europei e un migliore governo dei processi interni.

Siamo convinti che gli obiettivi appena esposti siano largamente condivisi. Siamo altrettanto convinti che la complessità risieda negli strumenti attuativi e di policy da mettere in campo.

Per queste ragioni, riteniamo che la Strategia energetica nazionale non possa essere esclusivamente il risultato del lavoro dei due Ministeri che ne hanno guidato l’elaborazione, ma deve avere l’ambizione di coinvolgere, in piena trasparenza di processo, tutti gli organi istituzionali competenti, le imprese, gli esperti e i cittadini. In quest’ottica, già in fase preliminare sono state consultate le Regioni e svolte due audizioni parlamentari per condividere l’inquadramento della struttura e le tematiche di consultazione.

Molte delle misure proposte, se condivise al termine della consultazione, comporteranno un ruolo centrale delle Autorità di regolazione e controllo del settore energetico e della tutela della concorrenza, che nell’ambito delle prerogative di indipendenza assegnate loro dalla legge dovranno svolgere anche compiti di raccordo a livello sovranazionale.

Gli organismi pubblici operanti sull’energia (Enea, Rse, Gse, Gme, Au, Ispra) e le società concessionarie del servizio di trasporto di elettricità e gas (Terna e Snam) hanno fornito un importante contributo legato alle loro competenze e al ruolo ricoperto. Inoltre, sono stati organizzati workshop con esperti internazionali del settore energetico e ascoltate le maggiori associazioni di categoria. A tutti i soggetti a vario titolo coinvolti va il nostro ringraziamento per i contributi, gli spunti e anche le critiche fornite.

Con lo stesso spirito di dialogo sottoponiamo alla discussione pubblica le proposte elaborate dai nostri due Ministeri, con lo scopo di pervenire a un quadro il più possibile condiviso, che costituisca la base per il piano energia e clima che impegnerà il nostro Paese, al pari degli altri Paesi europei, a definire il contributo e le misure che intendiamo porre in campo per l’attuazione del Clean Energy package.

Carlo Calenda Gian Luca Galletti

Al via quindi la consultazione sulla Strategia energetica nazionale. Un mese per inviare commenti, segnalazioni e proposte che saranno valutate per la predisposizione del documento finale.

Rinnovabili in festa

Sabato 26 ottobre a Roma, in via dei Fori Imperiali
Una giornata dedicata all’energia pulita, all’ambiente,
all’efficienza energetica, alla riqualificazione edilizia e alla
ricerca per una migliore qualità della vita

ITALIARINNOVABILE

La rivoluzione è iniziata, ma sta subendo brusche battute d’arresto. Stiamo
parlando della rivoluzione energetica che in pochi anni ha visto nascere oltre
mezzo milione di impianti distribuiti per la produzione di energia da fonte
fotovolataica. Se a questi si aggiungono gli altri centomila impianti
alimentati da altre fonti pulite e rinnovabili si ottiene una capacità produttiva
capace di soddisfare oltre il 30% dei fabbisogni nazionali. Numeri
impressionanti che fanno paura alle lobby delle energie tradizionali. Dinosauri
in declino, che utilizzano qualsiasi mezzo per ritardare il più possibile
l’inevitabile estinzione.
Una strategia chiara che punta soprattutto su disinformazione, pastoie
burocratiche e sulla connivenza con i signori nella stanza dei bottoni. Così si
riescono a tenere in vita inquinanti centrali a carbone e a olio combustibile
che beneficiano persino di miliardi di Euro presi in bolletta o dalla fiscalità
generale.
“Gli ultimi quattro ministri dello sviluppo economico, di destra di centro o
di sinistra (Scajola, Romani, Passera e Zanonato) hanno fatto a gara nel
contrastare lo sviluppo delle energie pulite e nel difendere le rendite di
posizione dei grandi gruppi elettrici e petroliferi – ribadiscono gli esponenti
di Green Italia, Roberto Della Seta e Monica Frassoni. – E’ urgente cambiare
radicalmente rotta. Nel nostro Paese le realtà economiche e imprenditoriali
che hanno puntato con successo su rinnovabili ed efficienza energetica
sono costrette a confrontarsi con una burocrazia a tratti soffocante e con
l’opposizione delle lobby degli idrocarburi, che difendono vecchi privilegi e
sovvenzioni generose”.
La rabbia sarebbe tanta, ma gli operatori delle fonti rinnovabili, con il
supporto di Legambiente, Wwf, Greenpeace e Kyoto Club, hanno scelto di
sfogarla organizzando una giornata di festa ai Fori Imperiali di Roma sabato
26 ottobre.
Certamente sarà anche “l’occasione per chiedere un cambiamento concreto
– come scrivono gli organizzatori, – perché deve essere più facile per le
persone e i condomini realizzare interventi energetici, perché va eliminata la
burocrazia inutile e garantita la legalità, eliminando ogni tipo di infiltrazione
mafiosa e criminale nel settore; perché vogliamo una strategia energetica
nazionale lungimirante in grado di liberare l’Italia dai combustibili fossili e
posizionarci all’avanguardia nell’innovazione e diffusione delle energie
pulite.”
Già oggi, infatti, sarebbe possibile ridurre fortemente la dipendenza dalle
fonti fossili, che fanno male alla salute delle persone, danneggiano
l’ambiente e aggravano la crisi economica.

Programma (aggiornato al 14 ottobre)
Ore 10:00 Inaugurazione della festa
Apertura degli stand di associazioni, aziende delle fonti rinnovabili e
dell’efficienza energetica, di vendita prodotti biologici e sostenibili, inizio
delle attività e laboratori per bambini e ragazzi, apertura ciclofficina, go
kart a pedali, visite guidate ai Fori, ecc.

SPAZIO DIBATTITI
Ore 10:30
Il futuro dell’energia:
autoproduzione, efficienza, smart grid, ricerca, impianti rinnovabili
distribuiti e territorio
Dibattito con associazioni e esperti del settore, partecipa Andrea Orlando
(Ministro dell’Ambiente)
,
Ore 14:00
Pillole di energia
Storie dell’Italia che cambia con la generazione distribuita, pulita, efficiente
Interventi selezionati di Sindaci, aziende, cittadini, esperienze di successo.
Ore 17:00
La mobilità nuova
Pedoni, pedali e pendolari verso consumi energetici zero
Dibattito con associazioni e esperti del settore, cittadini e comitati.

SPAZIO APERITIVI
Laboratorio energetico per le famiglie
Ore 12:00
Risparmio energetico in casa
Liberarsi dalle bollette con il solare

Ore 15:00
Risparmio energetico in casa
Tutti in classe A, l’efficienza energetica in edilizia

Borgo Futuro

Sabato 6 e domenica 7 luglio sono stato a Ripe San Ginesio, un piccolo borgo in provincia di Macerata. Vi propongo una breve Intervista al sindaco di Ripe San Ginesio, Paolo Teodori. Il primo cittadino del comune più virtuoso d’italia, con il 50% dell’energia elettrica garantito da un impianto fotovoltaico, oltre l’80% di raccolta differenziata , luci a Led anche al cimitero, riqualificazione energetica per palasport, asilo e scuole, ci spiega che in fondo basta poco per migliorare stile di vita e conti pubblici.

Finita l’era dei conti energia! Tiriamo le somme

Pannelli fotovoltaici su tetto villa

Cosa chiedete alla classe politica? Cosa vi aspettate da un governo? Non sono domande retoriche, soprattutto oggi, il primo giorno di una nuova era, quella del fotovoltaico senza incentivi. In queste ultime settimane molti hanno tentato di disegnare scenari futuri, più o meno sostenibili, interessati e interessanti. Quando si chiude un capitolo, però, è giusto stilare un bilancio, mettere ordine, ricordare ciò che è successo. Negli ultimi mesi la discussione sugli incentivi alle rinnovabili è stata vivace. Sono state dette molte castronerie, sono stati diffusi dati e numeri non sempre corretti e difficili da inquadrare. Ora la situazione è più chiara, ma lo scontro tra i sostenitori della generazione centralizzata e chi vorrebbe l’affermazione di un nuovo paradigma energetico, che valorizzi la generazione distribuita, è soltanto all’inizio.

Procediamo con ordine.

Nel luglio 2005 viene annunciato il primo conto energia, che in realtà partirà a settembre. Un successo inaspettato. In soli 9 giorni lavorativi viene esaurito il monte impianti finanziabile di 100 MWp. Le previsioni del Ministero erano di raggiungere tale soglia nel 2012. Con un decreto, a febbraio 2006, la capacità incentivabile viene incrementata da 100 a 500 MWp. Si pensa di raggiungere l’obiettivo nel 2015. Altro grande errore di valutazione. Inspiegabile. Basta ricordare che un comunicato stampa del GSE specificava come tra il 19 settembre 2005 e il 31 dicembre 2005 fossero state presentate 11.915 richieste per un totale di 345,5 MWp, delle quali 9.121 approvate per un totale di 266 MWp. Ministro dell’Ambiente era Altero Matteoli, quello delle Attività produttive Claudio Scajola. Era la stagione del terzo governo Berlusconi.

Moltissimi impianti autorizzati dal GSE risultarono impossibili da realizzare. A marzo 2006, comunque, venne raggiunto il tetto massimo finanziabile.

Bisogna aspettare undici mesi per sbloccare la situazione. Il 19 febbraio 2007 il Ministero dello Sviluppo Economico, presieduto da Pierluigi Bersani, con Alfonso Pecoraro Scanio all’Ambiente (secondo governo Prodi), fissa i nuovi criteri per incentivare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici. Nasce il secondo conto energia. La potenza massima incentivabile è di 1.200 MWp.

Il 6 agosto 2010, cambiano nuovamente le regole. Scajola, tornato ministro con il IV governo Berlusconi, e Stefania Prestigiacomo all’Ambiente, annunciano il terzo conto energia che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2011. Per la prima volta vengono definiti limiti di potenza incentivabile in relazione al tipo di impianto. L’obiettivo nazionale è di installare complessivamente 8.000 MWp entro il 2020.

Praticamente non entrerà mai in vigore. A febbraio è già tutto bloccato, anche perché il cosiddetto decreto Salva Alcoa, presentato dallo stesso Scajola e approvato all’unanimità dalla camera dei deputati il 17 marzo 2010, con 466 voti favorevoli, 4 astenuti e nessun contrario, prevede la possibilità, per coloro che costruiranno impianti fotovoltaici entro il 31 dicembre 2010, di accedere agli incentivi del secondo Conto Energia, anche se non avranno ancora effettuato l’allaccio alla rete.

E’ un boom di installazioni, gli 8.000 MWp vengono superati prima ancora che il terzo conto energia diventi operativo. Il 5 maggio 2011, dopo che il mercato è stato in stand by per sei mesi, Paolo Romani, subentrato a Scajola, vara il IV conto energia che stabilisce le regole per l’accesso agli incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici nel periodo dal 1 giugno 2011 fino al 2016, data entro la quale si presume venga raggiunta la Grid parity. L’obiettivo indicativo di potenza fotovoltaica totale installata a livello nazionale entro il 2016 è di 23.000 MWp, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro.

Il 6 luglio 2012, invece, il governo dei tecnici presieduto da Mario Monti presenta il V Conto Energia. Lo firmano i ministri dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dell’Ambiente, Corrado Clini e dell’Agricoltura, Mario Catania. Anche un impianto da 12 kWp deve ottenere l’autorizzazione tramite iscrizione al registro del GSE prima di essere installato. In precedenza una simile procedura era riservata agli impianti da oltre 1 MWp (1.000 kWp).

Il 6 giugno 2013 viene raggiunto il tetto massimo incentivabile e scattano gli ultimi 30 giorni.

Questo è ciò che è successo sul fronte normativo. Primi tre conti energia incentrati su previsioni clamorosamente sbagliate, seguiti da un goffo tentativo (quarto e quinto conto) di frenare un settore più vivace e capace del previsto.

Torniamo alla domanda iniziale. Cosa dovrebbe fare la politica? La risposta è semplice: dettare le linee guida per consentire ai cittadini e agli operatori economici di programmare il proprio futuro, possibilmente in nome di un interesse collettivo. Nulla di tutto questo è accaduto negli ultimi otto anni. Di positivo restano gli oltre 500 mila impianti e una buona fetta dei circa 20.000 MW di potenza fotovoltaica installata (alcuni grandi impianti a terra si potevano e dovevano evitare); la storica giornata del 16 giugno scorso, quando per la prima volta prezzo unitario medio dell’energia alla borsa elettrica in tutta Italia per 2 ore è stato pari a zero e, soprattutto, la dimostrazione che piccole realtà imprenditoriali sono in grado di navigare nelle tempesta di normative farraginose e spesso incomprensibili, portando a casa risultati di gran lunga superiori a ogni più rosea aspettativa. Un dato non da poco, soprattutto se confrontato con i bilanci e le strategie di colossi come Enel ed Eni costrette negli ultimi esercizi a rivedere, in negativo, stime e previsioni. Nonostante l’imponente e spesso scorretta attività di lobbing.

La partita tra fossili e rinnovabili non è conclusa, ma c’è già chi l’ha persa: la politica. O meglio, i politici (tutti, nessuno escluso), che avrebbero dovuto governare la transizione energetica in corso. Una questione dibattuta in tutto il Mondo. Se proprio non si era in grado di far di conto, sarebbe stato sufficiente saper copiare!

 

P.S. Ora abbiamo un altro governo, ma la situazione non è migliorata. La scorsa settimana la Camera avrebbe potuto approvare l’estensione fino al 2020 delle detrazioni fiscali al 65% e al 50% per l’efficienza energetica e le ristrutturazioni edilizie. Il provvedimento non è passato. Dal 1° gennaio 2014 torneranno entrambe al 36%. Tutti favorevoli, unica voce fuori dal coro quella del M5S. La politica italiana continua ad avere il fiato corto e a non saper fare i conti.

Generazione distribuita, la lotta entra nel vivo

Lo scontro tra generazione diffusa e centralizzata sta entrando nel vivo. Il Governo pensa di reperire le risorse necessarie al capacity payment, o market come l’hanno ribattezzato adesso, in favore del termoelettrico tramite gli introiti derivanti dall’estensione degli oneri di sistema alla generazione distribuita. Un’assurdità, almeno nei ternimi suggeriti da Assoelettrica e presi in considerazione dal nuovo ministro allo Sviluppo Economico. Flavio Zanonato in questo sembra perfettamente in linea con il predecessore Passera.

A pagina 1 di Quotidiano Energia del 28 giugno scorso si legge: “E’ una delle ipotesi alle quali staimo lavorando” – ha detto il ministro a margine della relazione di Assoelettrica.