Finita l’era dei conti energia! Tiriamo le somme

Pannelli fotovoltaici su tetto villa

Cosa chiedete alla classe politica? Cosa vi aspettate da un governo? Non sono domande retoriche, soprattutto oggi, il primo giorno di una nuova era, quella del fotovoltaico senza incentivi. In queste ultime settimane molti hanno tentato di disegnare scenari futuri, più o meno sostenibili, interessati e interessanti. Quando si chiude un capitolo, però, è giusto stilare un bilancio, mettere ordine, ricordare ciò che è successo. Negli ultimi mesi la discussione sugli incentivi alle rinnovabili è stata vivace. Sono state dette molte castronerie, sono stati diffusi dati e numeri non sempre corretti e difficili da inquadrare. Ora la situazione è più chiara, ma lo scontro tra i sostenitori della generazione centralizzata e chi vorrebbe l’affermazione di un nuovo paradigma energetico, che valorizzi la generazione distribuita, è soltanto all’inizio.

Procediamo con ordine.

Nel luglio 2005 viene annunciato il primo conto energia, che in realtà partirà a settembre. Un successo inaspettato. In soli 9 giorni lavorativi viene esaurito il monte impianti finanziabile di 100 MWp. Le previsioni del Ministero erano di raggiungere tale soglia nel 2012. Con un decreto, a febbraio 2006, la capacità incentivabile viene incrementata da 100 a 500 MWp. Si pensa di raggiungere l’obiettivo nel 2015. Altro grande errore di valutazione. Inspiegabile. Basta ricordare che un comunicato stampa del GSE specificava come tra il 19 settembre 2005 e il 31 dicembre 2005 fossero state presentate 11.915 richieste per un totale di 345,5 MWp, delle quali 9.121 approvate per un totale di 266 MWp. Ministro dell’Ambiente era Altero Matteoli, quello delle Attività produttive Claudio Scajola. Era la stagione del terzo governo Berlusconi.

Moltissimi impianti autorizzati dal GSE risultarono impossibili da realizzare. A marzo 2006, comunque, venne raggiunto il tetto massimo finanziabile.

Bisogna aspettare undici mesi per sbloccare la situazione. Il 19 febbraio 2007 il Ministero dello Sviluppo Economico, presieduto da Pierluigi Bersani, con Alfonso Pecoraro Scanio all’Ambiente (secondo governo Prodi), fissa i nuovi criteri per incentivare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici. Nasce il secondo conto energia. La potenza massima incentivabile è di 1.200 MWp.

Il 6 agosto 2010, cambiano nuovamente le regole. Scajola, tornato ministro con il IV governo Berlusconi, e Stefania Prestigiacomo all’Ambiente, annunciano il terzo conto energia che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2011. Per la prima volta vengono definiti limiti di potenza incentivabile in relazione al tipo di impianto. L’obiettivo nazionale è di installare complessivamente 8.000 MWp entro il 2020.

Praticamente non entrerà mai in vigore. A febbraio è già tutto bloccato, anche perché il cosiddetto decreto Salva Alcoa, presentato dallo stesso Scajola e approvato all’unanimità dalla camera dei deputati il 17 marzo 2010, con 466 voti favorevoli, 4 astenuti e nessun contrario, prevede la possibilità, per coloro che costruiranno impianti fotovoltaici entro il 31 dicembre 2010, di accedere agli incentivi del secondo Conto Energia, anche se non avranno ancora effettuato l’allaccio alla rete.

E’ un boom di installazioni, gli 8.000 MWp vengono superati prima ancora che il terzo conto energia diventi operativo. Il 5 maggio 2011, dopo che il mercato è stato in stand by per sei mesi, Paolo Romani, subentrato a Scajola, vara il IV conto energia che stabilisce le regole per l’accesso agli incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici nel periodo dal 1 giugno 2011 fino al 2016, data entro la quale si presume venga raggiunta la Grid parity. L’obiettivo indicativo di potenza fotovoltaica totale installata a livello nazionale entro il 2016 è di 23.000 MWp, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro.

Il 6 luglio 2012, invece, il governo dei tecnici presieduto da Mario Monti presenta il V Conto Energia. Lo firmano i ministri dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dell’Ambiente, Corrado Clini e dell’Agricoltura, Mario Catania. Anche un impianto da 12 kWp deve ottenere l’autorizzazione tramite iscrizione al registro del GSE prima di essere installato. In precedenza una simile procedura era riservata agli impianti da oltre 1 MWp (1.000 kWp).

Il 6 giugno 2013 viene raggiunto il tetto massimo incentivabile e scattano gli ultimi 30 giorni.

Questo è ciò che è successo sul fronte normativo. Primi tre conti energia incentrati su previsioni clamorosamente sbagliate, seguiti da un goffo tentativo (quarto e quinto conto) di frenare un settore più vivace e capace del previsto.

Torniamo alla domanda iniziale. Cosa dovrebbe fare la politica? La risposta è semplice: dettare le linee guida per consentire ai cittadini e agli operatori economici di programmare il proprio futuro, possibilmente in nome di un interesse collettivo. Nulla di tutto questo è accaduto negli ultimi otto anni. Di positivo restano gli oltre 500 mila impianti e una buona fetta dei circa 20.000 MW di potenza fotovoltaica installata (alcuni grandi impianti a terra si potevano e dovevano evitare); la storica giornata del 16 giugno scorso, quando per la prima volta prezzo unitario medio dell’energia alla borsa elettrica in tutta Italia per 2 ore è stato pari a zero e, soprattutto, la dimostrazione che piccole realtà imprenditoriali sono in grado di navigare nelle tempesta di normative farraginose e spesso incomprensibili, portando a casa risultati di gran lunga superiori a ogni più rosea aspettativa. Un dato non da poco, soprattutto se confrontato con i bilanci e le strategie di colossi come Enel ed Eni costrette negli ultimi esercizi a rivedere, in negativo, stime e previsioni. Nonostante l’imponente e spesso scorretta attività di lobbing.

La partita tra fossili e rinnovabili non è conclusa, ma c’è già chi l’ha persa: la politica. O meglio, i politici (tutti, nessuno escluso), che avrebbero dovuto governare la transizione energetica in corso. Una questione dibattuta in tutto il Mondo. Se proprio non si era in grado di far di conto, sarebbe stato sufficiente saper copiare!

 

P.S. Ora abbiamo un altro governo, ma la situazione non è migliorata. La scorsa settimana la Camera avrebbe potuto approvare l’estensione fino al 2020 delle detrazioni fiscali al 65% e al 50% per l’efficienza energetica e le ristrutturazioni edilizie. Il provvedimento non è passato. Dal 1° gennaio 2014 torneranno entrambe al 36%. Tutti favorevoli, unica voce fuori dal coro quella del M5S. La politica italiana continua ad avere il fiato corto e a non saper fare i conti.

Scambio sul posto, esempio pratico

Il nuovo regime di scambio sul posto, quello da stipulare con il GSE per intenderci, consente di

  • non pagare l’energia prodotta e autoconsumata immediatamente,
  • di ricevere una compensazione tra l’energia prelevata dalla rete mentre l’impianto non produce e l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico ma non consumata istantaneamente
  • rivendere l’eventuale energia prodotta in eccesso rispetto ai consumi totali

 

Facciamo un esempio per chiarire meglio.

Mediamente una famiglia di 4 persone consuma in un anno 3.000 kWh.

Il costo medio del kWh è di 0,20 euro.

Quindi in una anno la nostra famiglia tipo spende 600 euro di energia elettrica.

Sapendo, inoltre, che:

  • la compensazione riconosciuta dal GSE è mediamente 0,14 euro
  • il prezzo minimo garantito per l’energia ceduta alla rete è 0,10 euro

 

Supponendo risieda a Roma e decida di installare, entro il 30 giugno 2012, un impianto da 3 kWp, che prudurrà il primo anno 4.200 kWh, consumandone istantaneamente soltanto il 25%, riceverebbe un incentivo (senza maggiorazioni per componentistica europea e senza soluzioni innovative) di 0,274 euro per ogni kWh prodotto.

Il bilancio del primo anno risulterebbe il seguente:

Incasso per incentivi: 1.150,80 euro (4200 x 0,274)

Spese per bollette elettriche: 390,00 euro (3.000 kWh – 1.050 kWh) x 0,20

Rimborso GSE per compensazione scambio sul posto: 273,00 euro (3.000 kWh – 1.050 kWh) x 0,14

Ricavi da vendita energia immessa in rete e non consumata: 120,00 euro (4.200 kWh – 3.000 kWh) x 0,10

Incasso primo anno: 1.153,80 euro (1.150,80-390+273+120)

 

 

 

Scambio sul posto

Lo scambio sul posto è un meccanismo che consente di immettere in rete l’energia elettrica prodotta ma non immediatamente consumata, per poi prelevarla in un momento successivo. Il servizio, gestito dal GSE, consente all’utente la compensazione tra il valore dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore dell’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione.

Il servizio di scambio sul posto è particolarmente vantaggioso se l’energia elettrica immessa in rete compensa totalmente quella prelevata.

Il servizio di scambio sul posto è possibile per impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza fino a 20 kW. L’utente dello scambio deve essere controparte del contratto di acquisto riferito all’energia elettrica prelevata sul punto di scambio.

Il punto di prelievo e il punto di immissione devono coincidere.

Per chiedere il regime di scambio sul posto è necessario essere già connessi alla rete elettrica (la richiesta di connessione dell’impianto alla rete deve essere indirizzata al proprio gestore di rete) ed essere un cliente finale per il sistema elettrico (attivazione della fornitura).
La convenzione ha scadenza il 31 dicembre di ogni anno ed è tacitamente rinnovabile. L’Utente può recedere anticipatamente dalla convenzione in ogni momento, previo invio di disdetta a mezzo raccomandata con almeno 60 giorni di preavviso.

Le tariffe per il 2011/2013

Il 24 Agosto 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico che regolerà le tariffe incentivanti da riconoscere alla produzione di energia elettrica ottenuta da impianti fotovoltaici che entreranno in servizio nel triennio 2011-2013.

Il Conto Energia 2007/2010 sarà in vigore fino a fine 2010 e – ai sensi della legge 129/2010 recentemente approvata – si applicherà, alle condizioni indicate dalla legge, anche agli impianti realizzati entro la fine dell’anno che entreranno in servizio entro il 30 giugno 2011. Continua a leggere

Il Conto energia 2010

Il Conto Energia rappresenta la migliore opportunità d’investimento in Italia nelle fonti rinnovabili di energia.

Nella tabella sono indicate le tariffe incentivanti 2010 corrisposte dal GSE al produttore di energia elettrica solare fotovoltaica che aderisca al Conto Energia.

Potenza Impianto Non integrati / terra Parzialmente Integrati Integrati
Da 1 a 3 kWp 0,384 0,422 0,470
Da 3 a 20kWp 0,365 0,403 0,442
Maggiore di 20 kWp 0,346 0,384 0,422

Il riconoscimento della tariffa incentivante in Conto Energia è garantito 20 anni per legge.